Biography

Daniela Brusaschetto vive a Torino, dove lavora come architetto. L’arte ed in particolare la pittura in tutte le sue espressioni sono per lei passione, energia, necessità: essenza di vita.

A sei anni inizia a studiare disegno e continua ad approfondire le tecniche grafiche grazie ai suoi genitori che stimolano la sua inclinazione per l’arte pittorica.
Acquisisce le tecniche pittoriche (acquerello, pastello e olio) e impara a catturare la forza della natura, dipingendo paesaggi en plein air.

Negli ultimi anni ha semplificato e astratto le esperienze e gli elementi compositivi del paesaggio privilegiando la comunicazione emozionale.
Nascono così dipinti dove il colore, protagonista assoluto, trasforma la materia in giochi di luce e proietta l’io interiore dell’artista.
La rappresentazione del movimento permette allo spettatore l’inizio di un viaggio profondo.

Ha partecipato a molte esposizioni collettive (“Torino Arte 150” - Palazzo Barolo di Torino, “Immagina Arte 2010” - Fiere di Reggio Emilia con Emmediarte di Milano, “La Tua Espressione” - Fondazione Artevision di Torino, “100%... passaggi olimpici da Torino 2006 a Vancouver 2010” - Club Scherma di Torino, “Paratissima 2008” e “Paratissima 2009” a Torino).
Nel 2010 la sua prima personale - “Le vibrazioni del colore” - presso la Galleria Artefilia di Torino e il 1° Premio nel Concorso biennale Internazionale di pittura organizzato dal Lions Club Spotorno Noli Bergeggi Vezzi Portio.

Nel 2011 organizza con Florence Ravenel e lo chef Davide Bonato l’evento “Artist’in cucina”, la cui sintesi è pubblicata nel libro “A tavola con Arte”, connubio insolito di dipinti e ricette, colori e sensazioni.
Nello stesso anno presenta a Torino presso Unique Galerie d’Art, la sua personale “Colours. Le realtà nascoste dei colori”.

Daniela Brusaschetto lives and works in Tourin as an architect. Her real passion is painting and art in all forms of expression and they represent for her energy, necessity and essence of life.

She started studying design when she was 6 years old and she increased her graphical skills with the support of her parents who stimulated her passion for the art of painting.
She acquired the painting skills (water colors, pastel and oil) and she learned how to capture the strength of nature by depicting landscapes “en-plein-air”.
Recently she has simplified and abstracted the landscape experiences and elements favoring more the emotional communication.
This way some of her pieces were created, where color is the absolute protagonist, matter is transformed in light games and the inner self of the artist is projected outside. The movement represented in these pieces allows the spectator to initiate a deep travel.

Daniela has participated to many group expositions (“Torino Arte 150” - Palazzo Barolo, Torino, “Immagina Arte 2010” - Fiere di Reggio Emilia and Emmediarte of Milano, “La Tua Espressione” - Fondazione Artevision of Torino, “100%... passaggi olimpici da Torino 2006 a Vancouver 2010” - Club Scherma of Torino, “Paratissima 2008” and “Paratissima 2009” in Torino).
In 2010 she realized her first personal exposition - “Le vibrazioni del colore”- at the Galleria Artefilia of Torino and the 1st Prize at the “Concorso Biennale Internazionale di Pitture” organized by Lions Club Spotorno Noli Bergeggi Vezzi Portio.
In 2011 she organized with Ms. Florence Ravanel and the chef Davide Bonato the event “Artist’in cucina,” a summary of wich is presented in the book “A Tavola con Arte,” a combination of paintings and recipes, colors and sensations.
In the same year she presents in Torino at the Unique Galerie d’Art, her personal show “Colours. Le realtà nascoste dei colori.”

Reviews

Non è facile descrivere l’articolato excursus artistico di Daniela Brusaschetto poiché la sua ricerca risulta caratterizzata da una dinamicità straordinaria, che ha trovato il suo impulso maggiore soprattutto negli ultimi quattro anni. Partita da un’esperienza radicata nel figurativo e sorretta da una tecnica che ha sperimentato molteplici linguaggi – dal carboncino alla ceramica – oggi Daniela ci regala una mostra di straordinario valore poetico e supportata dall’acquisizione di una personalissima impostazione formale.

Le opere presenti in galleria sono il prodotto di una ponderata trasformazione della sua pittura, che via via è stata spogliata degli orpelli che ancora la correlavano al figurativo, per giungere così alla totale celebrazione del materico. L’operazione si è rivelata vincente, come è possibile constatare se osserviamo, per esempio, le grandi composizioni a sfondo bianco dinamicizzate dal vortice di dense tracce cromatiche adagiate sulla tela da una spatola abilmente condotta, capace di cristallizzare il gesto nell’amalgama dei colori. Colori in cui la dicotomia, qui più culturale che fisiologica, tra freddo e caldo è resa particolarmente armoniosa dai macrocosmi prodotti dalla casualità o dalle leggi che vorrebbero regolare il caos: sono migliaia di piccoli rivoli, anse, ondulazioni cromatiche alimentate dai gorghi e vortici che solo l’olio sa creare.

Non c’è retorica nel lavoro di Daniela Brusaschetto, ma una vivacità straordinaria, che si evince soprattutto nella sua capacità di costruire universi sempre diversi, pur avendo come base comune una linea poetica perseguita con rigore, finalizzata a celebrare la simbiosi tra azione e materia.
Il background informale che costituisce la struttura portante del lavoro dell’artista torinese, diventa un fertile humus sul quale trovano spazio tracce e indizi che hanno il ruolo di raccontarci il mondo interiore della pittrice. Che si tratti di frammenti di vetro o di specchio, o di ondulazioni materiche atte a cristallizzare forme antropomorfe, l’osservatore attento riesce a cogliere i moti dell’anima di Daniela: tenui echi che, al di là dell’apparenza, rivelano la sua visione della vita capace di sublimare la fisicità per celebrare, a tratti ritualizzare, l’essenza delle cose.

Quest’attenzione si evince chiaramente nella bella serie di macrofotografie realizzate estrapolando frammenti dalle sue tele e ricreando mondi nuovi, completamente ridisegnati, colti nell’atto della loro irripetibile mutazione. Si tratta di opere di grande interesse, che oltre a offrirci una visione “altra” della ricerca della Brusaschetto e del patrimonio tecnico di cui dispone, sono l’occasione per provare a guardare attraverso un’ottica diversa la materia e il suo dinamico articolarsi in uno spazio ingigantito e capace di proporsi insolite prospettive.

Il confronto tra pittura e fotografia non crea affatto dissonanze, ma propone un ulteriore percorso estetico che ci conduce trasversalmente nel lavoro di ricerca di un’artista dotata di grande sensibilità e capace di creare suggestioni profonde che ci coinvolgono in un’empatica osmosi."

Massimo Centini


Una pittura la sua, che utilizza un linguaggio cosmogonico inconscio, emozionale, quasi una sinfonia emanata dall’universo primordiale. Una pittura della musica, della vibrazione cromatica, dell’eterna danza e movimento della materia più remota. Le opere sono rappresentative della poetica di questa giovane artista capace di utilizzare la tela, lo spazio creativo, come un campo olografico che attrae verso di sé la passionale densità del colore e della massa necessarie a formare una realtà tridimensionale e materica impossibile da contenere nel rapporto severo e finito della geometria del quadro.

E così quadri come “Impulso di passione” e “Impeto marino”, nascono da un universo interiore che porta nel passaggio di stato sulla tela l’urgenza espressiva dell’artista: la sua personale catarsi nel mondo del colore. E poi “Mangrovie”, “Dentro la foresta”, “Papaveri nel grano” in cui la poetica raggiunge la lirica più alta di un’artista-musico e genitore che offre allo spettatore qualcosa che non sarà più solo nell’idea, con il risultato di un linguaggio universale.

Salvatore Cubello

It is not a simple task to describe the articulated artistic journey that Daniela Brusaschetto has conducted. Her search is characterized by an extraordinary dynamicity and it has received the biggest impulse especially in the last four years. She started with a figurative experience and with an experimental technique with multiple languages – including carbon stick and ceramic – today Daniela gives us an extraordinary poetic show that is supported by a very personal formal imprint.

The work presented in the gallery is the product of a very thoughtful transformation that has lost on the road all the extra items that were binding it to figurative painting and that brought it to a celebration of matter. The evolution has been a winning choice as proven by the great composition with white backgrounds that draw dynamicity from the vortex of dense color traces laid down on the canvas by a mastered spatula capable of crystallizing the motion in the harmony of colors. The dichotomy between hot and cold, mainly a cultural demarcation rather than a physiological one, it’s particularly harmonious in the creation of micro-cosmos; such environments are created mainly randomly or by the laws that try to re-establish order: there are plenty of small rivers, turns, chromatic undulations supplied by the vortexes that oil painting can create.

Daniela’s work is free of rhetorics and full of extraordinary vivacity that is clearly expressed especially in the ability to build universes always different but having in common a poetic line rigorously followed and finalized to celebrate the symbiosis between action and matter. The informal background that constitutes the central structure of the torinese artist, becomes a fertile ground on which traces and hints that tell us the inner world of the painter can grow. Whether the are fragments of glass or of a mirror or matter undulations that try to crystallize human shapes, the experienced observer is capable of capturing Daniela’s soul motions: tenuous echoes that reveal, beyond the surface, her vision of life that is capable of sublimating physicality in favor of celebration and partially turning into a ritual the essence of things.

This attention is clearly expressed in the beautiful series of macro-graphs created by extrapolating fragments of the canvases and looking for new worlds, completely re-designed, captured in the moment of their unrepeatable mutation. These pieces are of great interest, on top of offering a different type of vision about Daniela’s work and of the technical wealth that she owns. These pieces provide the chance to look through matter from a different vantage point where it’s dynamic articulation and the giant space are capable of proposing new perspectives.

The confrontation between the photography and paint is not out of tune, rather it proposes another esthetic process that takes us through transverse routes to searching an artist with great sensibility and capable of creating deep suggestions that involve us in an empathic osmosis.

Massimo Centini